L'intervallo musicale, per definizione, è la distanza sonora che passa tra due suoni (si determina in altezza). Walter Piston ha definito l'intervallo "l'elemento base dell'armonia".
Da un punto di vista pratico, l'intervallo musicale può essere armonico (due suoni prodotti simultaneamente) o melodico (due suoni prodotti consecutivamente). Da un punto di vista teorico ciò non ha alcuna importanza per quanto riguarda la sua classificazione.
Anche se esistono intervalli che superano l'intervallo di ottava (intervalli multipli o composti) nell'ambito della teoria ed armonia musicale si studia l'intervallo compreso nell'ambito di un'ottava, salvo per alcuni casi specifici legati allo studio dell'armonia; casi che non verranno trattati in questo articolo. Questa lezione sugli intervalli non è complessa tuttavia si suggerisce di studiarla con la dovuta calma e attenzione e di analizzare ad uno ad uno gli esempi proposti con estrema attenzione.
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classificazione
Come ho accennato nella parte introduttiva, l'intervallo è la distanza che passa tra due suoni, come ad esempio il tono e semitono. Per classificare gli intervalli bisogna stabilirne i due aspetti fondamentali: la distanza e la specie. Per distanza si deve intendere se l'intervallo è di seconda, di terza, di quarta, di quinta ecc. Per specie si intende se l'intervallo è maggiore, minore, giusto, aumentato, diminuito ecc. Per capire qual è la distanza tra due suoni che formano l'intervallo, bisogna ragionare con i gradi della scala e soprattutto con la scala maggiore; riferimento chiave per la costruzione degli intervalli musicali.
Prima di addentrarci nella costruzione degli intervalli è bene sapere che ogni intervallo ha un rivolto e la sovrapposizione dei due intervalli darà come risultato un'ottava; un po' come in geometria, l'angolo complementare di un dato angolo è un angolo di ampiezza tale che, sommato all'angolo dato, permette di ottenere un angolo retto, ovvero di 90 gradi (la nostra ottava musicale). Inoltre la somma di due intervalli (fondamentale e rivolto) darà come risultato sempre il numero 9.
Spesso si trovano, o peggio vengono proposte ai propri allievi, tavole con decine di intervalli scritti sul pentagramma, con tanto di classificazione, come in una sorta di catalogo. Inutile dire che la memorizzazione di tali tavole è pressoché inutile, oltre ad essere un'enorme perdita di tempo. Basti pensare che partendo da ogni suono possiamo costruire (a livello teorico) decine e decine di intervalli, quindi una follia! Molto più semplice ed utile imparare a costruire gli intervalli, seguendo poche regole e avendo nel proprio bagaglio culturale un'ottima conoscenza di tutte le tonalità maggiori e minori; se ne suggerisce un ampio ripasso.
costruzione
Un aspetto importantissimo da tener presente per la costruzione degli intervalli è la conoscenza delle specie. In questo caso bisogna fare ricorso alla memoria poiché bisogna tenere sempre a mente che gli intervalli di seconda, terza, sesta e settima possono essere: maggiori, minori, aumentati, diminuiti, più che aumentati, più che diminuiti, più più che aumentati, più più che diminuiti.
Arrivati a questo punto si può iniziare la costruzione degli intervalli, utilissimi nella formazione degli accordi e in tanti altri aspetti legati allo studio dell'armonia e della musica in generale. Il sistema che prenderemo in considerazione si basa su quattro step, da eseguire rigorosamente nell'ordine! Si ricordi che gli intervalli si costruiscono sempre in senso ascendente.
- 1 step: si prende un intervallo a caso (meglio iniziare con intervalli che partono da note non alterate e senza alterazioni doppie)
- 2 step: si prende in considerazione la scala maggiore relativa alla prima nota dell'intervallo (la nota più grave)
- 3 step: si stabilisce la distanza (cioè se è una terza, quarta, seconda ecc.)
- 4 step: si stabilisce la specie (se è maggiore, minore, giusto ecc.)
A seguire una serie di esempi che non sono assolutamente da memorizzare, piuttosto bisogna cercare di comprendere attraverso le spiegazioni di ogni intervallo, come si chiamano e perché! In questi esempi sono trattati gli intervalli di seconda, terza, sesta e settima; in tutte le specie. Per ogni intervallo è stata riportata una spiegazione dettagliata al fine di favorirne un rapido apprendimento. Con il termine "abbassato" ci si riferisce al semitono.
- Se l'intervallo maggiore viene alterato in senso ascendente, diventa progressivamente:
maggiore > aumentato > più che aumentato > più più che aumentato (raro)
SPIEGAZIONE ES. 1: il primo intervallo RE - FA# è un intervallo di terza maggiore poiché nella tonalità di RE maggiore (tonalità di riferimento) il FA è diesis e non è stato alterato rispetto alla tonalità.
SPIEGAZIONE ES. 2: il secondo intervallo SOL - LA# è un intervallo di seconda aumentata poiché nella tonalità di SOL maggiore (tonalità di riferimento) il LA è naturale. Siccome il LA è stato aumentato di un semitono in senso ascendente diventa una seconda aumentata.
SPIEGAZIONE ES. 3: il terzo intervallo FA - RE## è un intervallo di sesta più che aumentata poiché nella tonalità di FA maggiore (tonalità di riferimento) il RE è naturale. In questo caso il RE è stato aumentato due volte, quindi più più che aumentato.
SPIEGAZIONE ES. 4: il quarto intervallo REb - SI## è un intervallo di sesta più più che aumentata poiché nella tonalità di REb maggiore (tonalità di riferimento) il SI è bemolle. In questo caso il SIb è stato aumentato tre volte (SIb > SI naturale > SI # > SI##) quindi più più che aumentato.
- Se l'intervallo maggiore viene alterato in senso discendente, diventa progressivamente:
maggiore > minore > diminuito > più che diminuito > più più che diminuito (raro)
SPIEGAZIONE ES. 1: il primo intervallo DO - MI è un intervallo di terza maggiore poiché nella tonalità do DO maggiore (tonalità di riferimento) il MI è naturale.
SPIEGAZIONE ES. 2: il secondo intervallo SOL - SIb è un intervallo di terza minore poiché nella tonalità di SOL maggiore (tonalità di riferimento) il SI è naturale. In questo caso il SI è stato abbassato di un semitono, per cui la terza è passata da maggiore a minore.
SPIEGAZIONE ES. 3: il terzo intervallo FA - LAbb è un intervallo di terza diminuita poiché nella tonalità di FA maggiore (tonalità di riferimento) il LA è naturale. In questo caso il LA è stato abbassato due volte, per cui la terza diventa prima minore e poi diminuita.
SPIEGAZIONE ES. 4: il terzo intervallo SI - REbb è un intervallo di terza più che diminuita poiché nella tonalità di SI maggiore (tonalità di riferimento) il RE è diesis. In questo caso il RE# è stato abbassato tre volte (RE# < RE bequadro < REb < REbb) quindi è più che diminuito.
SPIEGAZIONE ES. 5: il quinto intervallo FA# - MIb è un intervallo di settima più più che diminuita poiché nella tonalità di FA# maggiore (tonalità di riferimento) il MI è diesis. In questo caso il MI# è stato abbassato quattro volte (MI# < MI bequadro < MIb < MIbb) quindi è più più che diminuito.
Gli intervalli di unisono, quarta, quinta e ottava si dicono intervalli giusti ovvero non sono mai né maggiori né minori. In questi esempi sono trattati gli intervalli di unisono, quarta, quinta, ottava; in tutte le specie. Per ogni intervallo è stata riportata una spiegazione dettagliata al fine di favorirne un rapido apprendimento. Con i termini "abbassato" e "aumentato" ci si riferisce al semitono.
Si faccia molta attenzione al fatto che sia l'unisono che l'ottava hanno tutte le caratteristiche teoriche degli intervalli giusti. Per tanto essi possono essere sia aumentati sia diminuiti! In questo primo esempio si trovano gli intervalli giusti a partire dalla nota SOL
- Se l'intervallo giusto viene alterato in senso ascendente, diventa progressivamente:
giusto > aumentato > più che aumentato > più più che aumentato (raro)
SPIEGAZIONE ES. 1: il primo intervallo SI - SI# è un intervallo di unisono aumentato perché nella tonalità di SI maggiore (tonalità di riferimento) il SI è naturale. In questo caso il SI è aumentato una volta, quindi è unisono aumentato.
SPIEGAZIONE ES. 2: il secondo intervallo LAb - RE è un intervallo di quarta eccedente perché nella tonalità di LAb maggiore (tonalità di riferimento) il RE è bemolle. In questo caso il RE è aumentato una volta, quindi è una quarta aumentata.
SPIEGAZIONE ES. 3: il terzo intervallo SOL - DO## è una quarta più che aumentata perché nella tonalità di SOL maggiore (tonalità di riferimento) il DO è naturale. In questo caso il DO è stato aumentato due volte, quindi è una quarta più che aumentata.
SPIEGAZIONE ES. 4: il quarto intervallo MIb - SI## è una quinta più più che aumentata perché nella tonalità di MIb maggiore (tonalità di riferimento) il SI è bemolle. In questo caso il SI è stato aumentato tre volte (SIb > SI bequadro > SI# > SI##), quindi è una quinta più più che aumentata.
- Se l'intervallo maggiore viene alterato in senso discendente, diventa progressivamente:
giusto > diminuito > più che diminuito > più più che diminuito (raro)
SPIEGAZIONE ES. 1: il primo intervallo FA# - SI è un intervallo di quarta giusta perché nella tonalità di FA# maggiore (tonalità di riferimento) il SI è naturale, quindi non è stato alterato.
SPIEGAZIONE ES. 2: il secondo intervallo DO - SOLb è un intervallo di quinta diminuita perché nella tonalità di DO maggiore (tonalità di riferimento) il SOL è naturale. In questo caso il SOL è stato abbassato una volta, quindi è una quinta diminuita.
SPIEGAZIONE ES. 3: il terzo intervallo LA - LAbb è un intervallo di ottava più che diminuita perché nella tonalità di LA maggiore (tonalità di riferimento) il LA è naturale. In questo caso il LA è stato abbassato due volte, quindi è un'ottava più che diminuita.
SPIEGAZIONE ES. 4: il quarto intervallo SI - FAbb è un intervallo di quinta più più che diminuita perché nella tonalità di SI maggiore (tonalità di riferimento) il FA è diesis. In questo caso il FA è stato abbassato tre volte (FA# < FA bequadro < FAb < FA bb), quindi è una quinta più più che diminuita.
rivolti
Come accennato in precedenza, ogni intervallo ha sempre il suo rivolto. L'intervallo principale ed il suo rivolto devono essere sempre compresi nell'ambito di in un'ottava, inoltre la somma delle distanza dei due intervalli deve dare come risultato sempre 9; si ricordi che la somma va fatta soltanto tra le distanze, senza considerare le specie. Rivoltare un intervallo vuol dire girarlo ovvero il primo suono diventa il secondo all'ottava superiore, ma cerchiamo di capire meglio con degli esempi.
Se si ha un intervallo DO - LAb (sesta minore) il suo rivolto sarà LAb - DO (terza maggiore) la somma di questi due intervalli darà come risultato sempre il numero 9. Infatti sommando il primo intervallo (sesta) al secondo intervallo (terza) il risultato è 9 (6 + 3). E' utile sapere che se il primo intervallo è maggiore, il suo rivolto sarà sicuramente minore e viceversa, mentre se il primo intervallo è giusto, anche il suo rivolto sarà giusto.
- Nell'esempio alcuni intervalli con i relativi rivolti:
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