LE ALTERAZIONI - fisse e transitorie (scrittura e applicazione)
Per definizione le alterazioni sono simboli grafici che, come dice la parola stessa, hanno lo scopo di alterare il suono, in maniera fissa o transitoria (temporanea). Innanzi tutto le alterazioni vanno divise in due categorie:
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alterazioni fisse: sono quelle alterazioni che si mettono subito dopo la chiave, all'inizio del rigo musicale e si scrivono su tutti i righi dello spartito. Esse costituiscono l'impianto tonale del brano ovvero la tonalità (maggiore o minore). Il loro effetto dura per l'intera durata del brano, salvo cambi di tonalità e/o alterazioni transitorie. Nell'esempio si può vedere la tonalità d'impianto e poi nella terza battuta un cambio di tonalità (da LA maggiore a SOL maggiore).
alterazioni transitorie: sono quelle alterazioni che si trovano nel pentagramma, all'interno del discorso musicale. Si mettono prima (a sinistra) delle note e ne alterano il suono dal punto in cui si trovano fino alla fine della battuta.
L'effetto dell'alterazione transitoria vale per la sola altezza della nota cui si riferisce, cioè se un # è posto accanto ad un FA primo spazio (chiave di violino), l'effetto è limitato solo ad esso, non agli altri FA. L'esempio aiuterà a comprendere meglio.
Per tanto l'effetto dell'alterazione è limitato alla sola altezza sonora cui si riferisce.
le alterazioni semplici
Le alterazioni semplici sono tre:
- DIESIS: modifica (aumenta) in senso ascendete l'altezza del suono di un semitono
- BEMOLLE: modifica (diminuisce) in senso discendente l'altezza del suono di un semitono
- BEQUADRO: annulla ogni tipo di alterazione: semplice e doppia
N.B.: il bequadro va considerato a tutti gli effetti come una alterazione. Infatti, prendiamo ad esempio un brano con il DO# in chiave, se ad un certo punto del discorso musicale c'è un DO naturale, questa nota sarà stata alterata rispetto all'impianto tonale.
le alterazioni doppie
- DOPPIO DIESIS: modifica (aumenta) in senso ascendente l'altezza del suono di un tono
- DOPPIO BEMOLLE: modifica (diminuisce) in senso discendente l'altezza del suono di un tono
Nell'esempio sottostante sono raffigurate tutte le alterazioni e l'effetto che producono.
Spesso nel discorso musicale, per ricordare all'esecutore la fine dell'effetto relativo ad una alterazione transitoria, nella battuta successiva a quella in cui si trova l'alterazione, si utilizza un simbolo definito alterazione precauzionale. Graficamente si rappresenta con l'alterazione messa tra parentesi (battuta 3 dell'esempio).
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