LA SESSIONE DI STUDIO DEL PIANISTA
modalità, metodo di studio, tempi, qualità, obiettivi, risultati
Si sa che lo studio del pianoforte è cosa molto seria e quindi va praticato con consapevolezza e con l’atteggiamento giusto ed il massimo impegno. In questo articolo affronterò una serie di aspetti legati al mondo dello studio del pianoforte cercando di offrire una serie di suggerimenti che partono dalla mia esperienza personale cui si aggiunge il confronto pluriennale con alunni e colleghi.
Questa lezione è rivolta a studenti di pianoforte di livello medio e avanzato. Anche se la lettura di questo articolo può risultare interessante a chiunque, i suggerimenti e le indicazioni sono rivolte in maniera specifica ad una platea ristretta di interessati. Mi auguro che questa breve lettura possa essere di aiuto e di supporto nello studio del pianoforte. Se vorrai chiedere suggerimenti o condividere la tua esperienza, scrivi pure nei commenti. Buona lettura!
N.B.: questa lezione non si sostituisce al proprio insegnante, semmai è un promemoria personale ed un completamento al proprio percorso di studi.
MODALITA'
Innanzi tutto una precisazione, per modalità non mi riferisco allo studio delle scale modali, cui ho già dedicato una lezione specifica. La parola modalità in questo caso si riferisce ovviamente ad altro... Lo studio del pianoforte si articola in diversi aspetti, primo fra tutti -imprescindibile- la pratica quotidiana sullo strumento. La componente fisico-meccanica nello studio del pianoforte riveste un ruolo cruciale da cui non si può prescindere poiché le dita, le mani e le braccia, devono essere ben allenate per sostenere passaggi tecnici complicati e per ottenere un’adeguata resistenza tecnica.
Concentrazione, l’ambiente di studio
Ci sono alcuni aspetti che spesso vengono sottovalutati ma che invece risultano essere molto importanti per ottenere risultati ottimali in termini qualitativi. Una cosa è studiare in un luogo casalingo di passaggio (corridoio, soggiorno), altro discorso è avere a propria disposizione una piccola stanza o un ambiente raccolto e silenzioso (soprattutto lontano da continue distrazioni che sono all’ordine del giorno nell’ambiente familiare) dove poter trovare quella giusta concentrazione che consente di ottimizzare al massimo il tempo dedicato allo studio, senza distrazioni esterne di alcun tipo. Avere la possibilità di studiare in un ambiente riservato, in cui le dinamiche familiari non vengono avvertite e quindi non comportano distrazione, è molto positivo.
È vero che una parte dello studio pianistico è di tipo tecnico (di tipo meccanico) ma c’e un’altra grande parte, la più importante, che richiede un lavoro di concentrazione enorme. All'interno di un brano vi sono parti che vanno letteralmente smontate, ripetute, perfezionate, curate nei minimi dettagli e tutto ciò richiede altissima concentrazione, che è da ricercare a tutti i costi, poiché favorisce il raggiungimento di risultati.
I momenti migliori per studiare
Naturalmente il miglior momento per studiare è: sempre! Non scherzo, più tempo dedichiamo al pianoforte e più il pianoforte ci restituisce qualcosa in termini di soddisfazioni personali e di raggiungimento di obiettivi. Naturalmente c’è bisogno di concentrazione, ma questo vale anche se studiamo storia o geografia. Scherzi a parte, il pianoforte andrebbe studiato quando le energie psicofisiche sono al top, principalmente al mattino.
Purtroppo non tutti hanno questa possibilità e quindi si ripiega in altri orari. Ciò che andrebbe evitato è lo studio serale/notturno; se è vero che il silenzio che accompagna le ore serali è ottimale per trovare la concentrazione, è altrettanto vero che le energie mentali e fisiche la sera sono in netto calo rispetto alle ore diurne. In ogni caso ognuno è libero d decidere quando dedicarsi allo studio, l’importante è studiare!
METODO DI STUDIO
Riscaldamento
Così come un calciatore prima di allenarsi si adopera in un buon riscaldamento, allo stesso modo il pianista deve riscaldare le articolazioni delle dita. Sono diversi gli esercizi da praticare per un buon riscaldamento di tutte le articolazioni. Accanto ad ogni esercizio suggerito, ne propongo uno specifico ma ovviamente ognuno è libero di lavorare sul materiale con cui si sente maggiormente a proprio agio.
Giusto per dare un’idea di quanto tempo dovrebbe essere dedicato al riscaldamento, diciamo che per un pianista di livello medio, una buona mezzora è sufficiente. È bene applicare delle varianti ritmiche, o anche di altro tipo, a tutti gli esercizi, per renderli puliti e precisi.
N.B.: gli esercizi proposti come esempio sono puramente indicativi. Scopo di questa lezione non è consigliare i testi da utilizzare bensì gli esercizi da svolgere.
Passaggio del pollice
Per il passaggio del pollice si possono utilizzare esercizi preparatori per gli arpeggi. L’articolazione del passaggio del pollice è un passaggio tecnico fondamentale poiché consente di estendere con velocità le mani su tutta la tastiera. Questi esercizi sono oltremodo funzionali allo studio degli arpeggi.
Articolazione stretta delle dita (gradi congiunti e salti di terza)
Sono molto importanti gli esercizi che prevedono una o più note ferme, come questi riportati come esempio. Si consiglia sempre di eseguire tali esercizi lentamente per una migliore articolazione delle dita.
Esercizi sui gradi congiunti
Non basta far "su e giù" con le note. E' importante eseguire correttamente tutti gli accenti, legature, staccato ecc. A volte si tende ad eseguire certi esercizi alla buona, mentre esso andrebbero eseguiti con precisione maniacale per almeno 2 motivi:
- ci si abitua ad uno studio attento e preciso
- si impara ad accentare, legare, staccare ecc.
Ribattuti sui gradi congiunti e ribattuti semplici
Questo tipo esercizio andrebbe gradualmente portato ad una elevata velocità. Inoltre andrebbe praticato anche con altre dita (partendo dal secondo oppure dal terzo, quarto dito) ed eseguito in altre tonalità.
Articolazione larga delle dita (entro l'ottava)
Esercizi sulle triadi (arpeggi). Si tratta di un esercizio molto importante che oltre la valenza tecnica ha anche una valenza teorica in quanto favorisce l'apprendimento delle posizioni principali dell'accordo di triade; stato fondamentale, primo rivolto, secondo rivolto. Anche in questo caso la pratica in altre tonalità è certamente un valore aggiunto all’esercizio.
Esercizi sulle ottave
Sulle ottave, al di là dei tantissimi esercizi che si possono trovare sui tanti manuali di tecnica, a meno che non si debba fare un lavoro specifico su alcuni brani in particolare, si possono eseguire tranquillamente scale e arpeggi utilizzando le ottave. Per uno studio accurato si consiglia sempre di lavorare prima a mani separate e poi a mani unite aumentando gradualmente la velocità.
Allenamento
Una volta terminata la fase del riscaldamento, si potrà iniziare con l’allenamento tecnico vero e proprio, in cui a farla da padrone sono: scale, arpeggi e tanti altri esercizi specifici e/o propedeutici allo studio di determinati brani. I libri dedicati alla tecnica pianistica tradizionale sono tantissimi e molti davvero validi; suggerisco caldamente l’utilizzo di testi di autori classici come Brahms, Czerny, Liszt, Cesi, Tausig ecc.
Purtroppo i manuali moderni non sono altro che un brutto scopiazzamento di quei testi che continuano ad avere un valore assoluto. Unica eccezione si può fare per la musica jazz, il cui fraseggio ha delle caratteristiche tecniche specifiche, e quindi prevede un approfondimento tecnico a parte. In ogni caso la scelta dei testi richiede un’accurata personalizzazione del materiale da utilizzare, aspetto che dovrebbe essere gestito dal proprio maestro.
Infatti l’errore che i pianisti “fai da te” a volte commettono è quello di ripetere esercizi simili anche se tratti da diversi testi piuttosto che esercizi inutili alla propria crescita tecnica. Il maestro sa bene di cosa ha bisogno il proprio allievo poiché ne conosce pregi e difetti, ed è proprio sulla correzione di questi ultimi che bisogna insistere. Inoltre con la tecnica bisogna anche variare e creare una sorta di rotazione del materiale da studiare.
Arpeggi
Arpeggi sugli accordi maggiori, minori (studio tecnico sulle tre posizioni dell’accordo di triade
- posizione fondamentale (tonica - terza - quinta)
- posizione primo rivolto (terza - quinta - tonica all'ottava superiore)
- posizione secondo rivolto (quinta - tonica all'ottava superiore - terza all'ottava superiore)
Sono gli stessi arpeggi già eseguiti in fase di riscaldamento che volendo posso essere eseguiti con delle piccole varianti ritmiche (croma - punto - semicroma)
- Una volta riscaldate bene le mani si potrà passare allo studio degli arpeggi sugli accordi di settima di tutte le specie (al fine di far lavorare tutte e cinque le dita della mano). Il seguente elenco indica solo gli intervalli e non la specie.
- posizione fondamentale (tonica - terza - quinta - settima - tonica all'ottava superiore)
- posizione primo rivolto (terza - quinta - settima - tonica all'ottava superiore - terza all'ottava superiore)
- posizione secondo rivolto (quinta - settima - tonica all'ottava superiore - terza all'ottava superiore - quinta all'ottava superiore)
- posizione terzo rivolto (settima - tonica all'ottava superiore - terza all'ottava superiore - quinta all'ottava superiore - settima all'ottava superiore)
SCALE
Le scale sono un toccasana per eccellenza. Per chi non fosse convinto dell'importanza delle scale, suggerisco la lettura della lezione LE SCALE cinque buoni motivi per studiarle.
- scale maggiori e minori per moto retto, contrario, terze, seste
- scala cromatica
- scale in doppie terze e doppie seste (livello avanzato)
- esercizi sulle scale pentatoniche (livello avanzato)
- altri tipi di scale
Esercizi vari (a scelta) e/o personalizzati sui cromatismi
Articolazione sui ribattuti (sia per il pollice che per le altre dita)
I ribattuti sono importanti per il pollice quanto per le altre dite delle mani. Gli accenti sono molto importanti e sarebbe buona cosa praticare questi esercizi un po' in tutte le tonalità, in modo particolare nelle tonalità con molte alterazioni dove spesso le dita possono "incastrarsi" tra i tasti.
Studio
Una volta che le mani saranno ben riscaldate ed allenate si potrà iniziare a studiare i brani. Attenzione, spesso gli alunni sottovalutano il fatto che all'interno dei brani ci sono parti tecniche molto importanti da approfondire e su cui bisogna esercitarsi parecchio. Lo studio dei brani, oltre ad uno scopo diretto all'esecuzione hanno sempre uno scopo di crescita dal punto di vista tecnico. Il primo passaggio è la lettura dell’intero brano o di una parte di esso; se si tratta di una sonata divisa in più tempi.
Lo Studio (forma musicale)
Nella letteratura pianistica lo Studio è una composizione musicale, generalmente di breve durata, concepita a scopo didattico con il chiaro intento di affrontare specifici aspetti tecnici complessi in maniera approfondita. Il primo compositore di Studi per di pianoforte è stato l'italiano Muzio Clementi, non a caso definito “il padre del pianoforte” che tra il 1817 ed il 1826 scrisse 100 studi per pianoforte conosciuti col nome di Gradus ad Parnassum, un’opera monumentale ed un vero e proprio pilastro della didattica pianistica. In quest'opera il compositore sviscera tutti gli aspetti tecnici più importanti legati allo studio del pianoforte.
Dopo Clementi, molti altri compositori hanno scritto importanti raccolte di studi: Liszt, Chopin, Scriabin, Schumann, Rachmaninov, Debussy e molti altri hanno dedicato un’importante parte della loro produzione musicale alla composizione di questa forma musicale. Molti studi dei quali sono considerati vere e proprie perle di letteratura pianistica; spesso inserirti in repertori concertistici ed incisi dai più grandi pianisti.
I giovani studenti di pianoforte conoscono bene autori come Czerny, Heller, Pozzoli, Douvernoy ecc.; autori che hanno scritto molti studi di livello più facile. I pianisti piu bravi studiano Czerny (autore di studi per tutti i livelli) Cramer, Moscheles, Saints-Seans, Rubinstein, Chopin, Liszt ecc.
Il lavoro da dedicare agli Studi è tanto ma i benefici che se ne traggono, oltre al piacere personale nel suonarli, non hanno prezzo.
Brani di letteratura pianistica (barocco, classico, romantico)
Esecuzione
È evidente che tutto il gran lavoro di studio del pianista si canalizza naturalmente nella preparazione di brani da eseguire in concerto piuttosto che in esami legati al percorso di studi accademico, oppure al libero piacere artistico/culturale di far ascoltare una buona esecuzione di un brano importante ad un amico piuttosto che ad un proprio allievo o altro ancora... L’esecuzione di un brano pianistico va curata molto e dovrebbe essere sempre ben preparata e non improvvisata epo ancora peggio buttata lì; della serie “ci provo”.
TEMPI DI LAVORO
Ore di studio
Questa è la nota dolente! in cui tutti incappano prima o poi ma chi intraprende questa strada deve sapere che le ore di studio (tante ore di studio) sono di fondamentale importanza. È ovvio che il tempo da dedicare allo strumento dipende dal livello del corso di studio.
Programmazione del lavoro
Un bambino che inizia a studiare pianoforte non ha la minima idea di come impostare la pratica degli esercizi:
-come esercitarsi
-quante volte ripetere gli esercizi
Nel caso di bambini e giovani allievi, a meno che non si tratti di autodidatti, il compito di impostare lo studio spetta al maestro che dovrebbe fornire adeguate istruzioni su tempi e modalità.
QUALITA'
Molto spesso accade -non solo nello studio del pianoforte- che si passi del tempo a studiare senza ricavarne alcun profitto. Vista la mole di lavoro che interessa lo studio dello strumento, è preferibile evitare ogni tipo di dispersione di energie.
Ottimizzazione dello studio
L’errore che più comunemente si commette quando si studia un brano è quello di riprendere sempre il brano dall’inizio. Mi spiego meglio. Se ad esempio ho una difficoltà a battuta 16 e 17 del brano è inutile che ripeto sempre dall’inizio, ciò comporta inevitabilmente una perdita di tempo prezioso. Ottimizzare il lavoro vuol dire prendere un brano o una parte di esso e lavorare a pezzi, smontando letteralmente il brano. Una volta che ogni singolo pezzo sarà sistemato a dovere si potrà procedere con l’assemblaggio e si il lavoro sarà stato svolto bene, il brano verrà sicuramente pulito almeno dal punto di vista tecnico.
Lavoro produttivo
Un lavoro che produce buoni risultati è un lavoro ben organizzato. Sedersi al pianoforte e farsi l’anno cosiddetta “suonata” non serve a nulla dal punto di vista dell’omicidio studio, ma sicuramente può essere utili a rilassarsi. Quindi non condanno assolutamente la “suonata” per scaricarsi o rilassarsi ma non bisogna considerarla come un momento di studio, che invece richiede sempre una certa concentrazione, organizzazione e disciplina.
Cura nei dettagli
Una volta superate le difficoltà tecniche, ovvero quando il brano sarà eseguito al tempo giusto, senza intoppi e con tutte le note eseguite correttamente, si dovrà procedere con la cura dell’esecuzione; dinamiche, acogica musicale.
La corretta esecuzione delle note è importante ma è solo il primo passo. È attraverso la fedele riproduzione del testo quindi la corretta esecuzione di tutti i segni di espressione, dinamiche ecc. che viene fuori la musica.
Quando si lavora sia alla parte tecnica sia alla parte espressiva non bisogna accontentarsi dei risultati ottenuti, bisogna approfondire, andare oltre la buona esecuzione e perseguire l’ottima esecuzione. Altresì una volta raggiunta un’ottima esecuzione bisognerebbe puntare ad una perfetta esecuzione. Non c’e limite al miglioramento/perfezionamento di un’esecuzione.
Obiettivi (motivazione)
Naturalmente questo aspetto è molto personale e può essere legato ad obiettivi di studio (percorso didattico, esami ecc.) piuttosto che professionali quindi finalizzati ad attività concertistica, oppure obiettivi personali. Quando si parla di obiettivi ci si riferisce in generale al conseguimento di un risultato da raggiungere in un tempo prestabilito; ad esempio in ambito pianistico un obiettivo può essere la preparazione di un un brano, di un un repertorio, di un esame. Una buona motivazione quindi, che non può essere il solo piacere di imparare a suonare un brano, è particolarmente importante.
Risultati
Anche se può sembrare banale, è giusto non illudere nessuno. Ogni bravo insegnante di pianoforte sa bene che i risultati che si possono ottenere sono direttamente proporzionali alle capacità, e sopratutto all'impegno dedicato allo studio (tempo di studio). Non ci sono scorciatoie né trucchi per imparare a suonare il pianoforte, un serio impegno è l’unica strada.
Conclusioni
Come già detto in precedenza è evidente che lo studio del pianoforte è uno studio serio ed impegnativo. Ciò però non deve spaventare poiché una vera passione non stanca mai. Per cui, tirati su le maniche e a lavoro!!!
Ti è piaciuta questa lezione? L'hai trovata interessante? Mi piacerebbe conoscere la tua opinione in merito. Per favore, lascia un commento. Il tuo feedback è molto importante e dà senso al mio impegno.