L'educazione musicale deve procurare all'uomo un dignitoso godimento nei periodi di riposo, oltre che favorire lo sviluppo di un carattere moralmente irreprensibile e guidarlo alla saggezza.
Aristotele
La mia didattica
Ciò che noto principalmente nei futuri musicisti è una forte mancanza di curiosità, unita ad una mancanza di vera passione e desiderio di apprendere. Sono questi gli aspetti che, secondo me, andrebbero affrontati in primo luogo da un insegnante di strumento musicale. Trasmettere l'amore per la musica, appassionare i ragazzi coinvolgendoli in ascolti, esecuzioni, obiettivi importanti da raggiungere! Questi aspetti muovono il desiderio di imparare a fare qualcosa, a suonare in un certo modo.
Si sa che insegnare, in un certo senso, vuol dire trasmettere informazioni ad altre persone, spesso però questo processo di comunicazione è eccessivamente filtrato o in qualche modo pilotato dal maestro. Cosa vuole dire questo? Insegnare con delle riserve è ciò che fanno alcuni maestri, pensando che trasmettere tutto il proprio sapere possa in qualche modo svantaggiarli, e così molti di questi maestri si tengono per sé tanti piccoli "segreti".
La mia filosofia di insegnamento al contrario sta nel comunicare ogni mia conoscenza ai miei alunni, e non solo, cerco, quando vi sono i presupposti, insieme a loro di andare oltre la conoscenza stessa e di tirare fuori sempre delle novità da ciò che si studia. Non è possibile soffrire di gelosia verso i propri alunni bravi, e poi lo dice anche un vecchio detto "l'allievo supera sempre il maestro" a prescindere dalla gelosia e dai segreti, per cui è meglio mettersi l'anima in pace.
La didattica che affronterò qui sarà, se vorrete, un’integrazione a ciò che già fate. Questo strumento di didattica sul web può essere definito “didattica argomentativa” poiché trattasi di lezioni che puntano alla comprensione e/o all’approfondimento di argomenti specifici. Per una didattica metodologica è preferibile avere un maestro/tutor con cui seguire un certo tipo di percorso. L’ambito sarà a 360°, dalla classica al pop, strizzando sempre l’occhio al jazz. Didattica per grandi e piccini, per professionisti e per chiunque volesse approfittare di questo ulteriore spazio per apprendere.
Studiare il jazz oggi
Parlare di didattica del jazz è strano se si pensa che i più grandi jazzisti del passato (Charlie Parker, John Coltrane, Bill Evans, Chet Baker, Thelonious Monk ecc.) in realtà non hanno studiato jazz (come lo intendiamo oggi) piuttosto l'hanno inventato! Ed allora ci troviamo a studiare ed imparare il jazz non tanto attraverso grandi manuali -in circolazione ce ne sono per tutti i gusti- trattati scritti da grandi musicisti quanto attraverso lo studio di ciò che loro hanno fatto; analisi, trascrizione, e "regole" estrapolate dalle loro composizioni ed esecuzioni.
Un errore che ahimè è diventato ormai un falso luogo comune è il fatto che molto spesso un grande musicista viene considerato anche un grande insegnante, nulla di più sbagliato. Ve lo immaginate Keith Jarrett che vi spiega il II-V-I? Giusto per farvi degli esempi il quasi sconosciuto Franz Reins fu maestro di L.V. Beethoven e Liszt fu allievo del meno famoso C. Czerny.
Imparare attraverso il web
Svolgere attività didattica attraverso il web, ovvero non rapportandosi direttamente con l'alunno, potrebbe sembrare inutile ma alcuni aspetti non vanno tuttavia sottovalutati. La cosa importante è stabilire a chi si rivolge la lezione. All'uopo esprimo la mia forte convinzione sul fatto che a distanza non si può e non si deve insegnare ai bambini, una buona impostazione è fondamentale ed all'inizio c'è bisogno di una guida, di una persona fisica che sappia impostare bene il giovane pianista; il rapporto formativo deve avvenire assolutamente con il maestro.
La didattica sul web a mio modo di vedere si rivolge a chi già conosce, ovvero a musicisti già formati o comunque che siano in possesso di un discreto livello di formazione teorico-pratica. Se ad esempio pubblico una lezione sull'uso delle pentatoniche nell'improvvisazione jazz certamente non mi metto a spiegare cosa sono le pentatoniche, ma ne spiego l'utilizzo pratico; si evince quindi che il giovane che studierà la mia lezione dovrà già conoscere le scale pentatoniche. Se pubblico una lezione sull'interpretazione della Sonata K.545 di Mozart è ovvio che il discente dovrà certamente saper suonare il suddetto brano.
Tornando al fare didattica attraverso il web se per esempio io vado a fare lezione dal mio maestro starò con lui all'incirca un'ora, dopodiché tornerò a casa e mi metterò a studiare, cercando di seguire tutte la informazioni e le direttive ricevute durante la lezione. Ma se mi viene un dubbio? Certo posso chiamare il mio maestro e chiedergli spiegazioni però è una cosa strana...io almeno non l'ho mai fatta e credo molti come me, sia per vergogna che per orgoglio.
Se invece studio una lezione presa dal web (video oppure scritta) posso guardarla e leggerla centinaia, migliaia di volte, senza dovermi preoccupare di vergognarmi o altro. Ma non solo, una lezione fatta bene è come un buon libro, rileggendolo si scoprono nuovi dettagli, si capiscono nuove cose. Attraverso la rete, ovvero mettendo a disposizione del materiale valido, chiaro ed esaustivo, il discente può approfondire dei concetti ed imparare delle cose da solo, sopratutto relazionandosi con un altro "insegnante" e quindi con una visione diversa di alcuni concetti fondamentali.
Ricordo bene il periodo dei miei studi, innanzi tutto non esisteva una banca dati gigantesca come youtube, dove oggi restando comodamente seduti a casa è possibile seguire lezioni, dimostrazioni ecc. ecc. ecc. insomma di tutto. All'epoca si studiava soltanto sui libri e forse un po' si avvertiva la mancanza di una sorta di integrazione di diversa natura: la ricerca di un'armonizzazione particolare, come creare dei voicings ecc.
Tutto si faceva solo attraverso le proprie conoscenze, provando e facendo pratica. Oggi forse c'è un abuso dei mezzi multimediali a discapito dei libri, insomma come cambiano le cose. Personalmente ritengo che l'azione didattica personale (maestro > alunno) sia imprescindibile, quest'azione però può essere ben integrata dall'alunno attraverso lezioni, video, spartiti introvabili e quant'altro, insomma usare sì, abusare no.
ARTICOLI DI INTERESSE GENERALE
RISORSE WEB - lezioni on-line, video tutorials, materiali
L'avvento del web, anche in campo musicale è stato ed è tutt'ora una risorsa molto importante per chi studia uno strumento musicale. Il web dà voce a tutti e questo a volte può rappresentare un problema in quanto (c'è da dire che ciò avviene un po' in tutti i campi) a volte si incappa in "maestri" che si improvvisano tali. Inutile dire quanto ciò sia deleterio...ma come difendersi?
LEZIONE di PIANOFORTE - singola o individuale?
Sulla didattica dell'insegnamento dello strumento musicale si è sempre chiacchierato molto, in modo particolare negli ultimi anni. Storicamente il rapporto 1 : 1 ha sempre rappresentato il modello di insegnamento per eccellenza, un fortissimo connubio allievo/maestro; quel rapporto forte ed inscindibile da cui nasce una sinergia che è fonte di veri risultati e di grandi soddisfazioni per entrambi.
LE SCALE - cinque buoni motivi per studiarle
Lo studio delle scale, inteso come studio delle scale tradizionali, è un passaggio cruciale nella didattica del pianoforte, e più in generale nella didattica strumentale. Al fine di raggiungere un adeguato apprendimento dei concetti esplicati in questa lezione, suggerisco di ripassare LA SCALA MUSICALE, tale ripasso faciliterà la comprensione di molti aspetti che verranno affrontati più avanti.
ARRANGIAMENTO
ARMONIZZAZIONE JAZZ IN ‘3 – ‘7 (fondamentale, terza, settima) regole generali – condotta delle parti – errori comuni
Per armonizzazione in ‘3 e ‘7 s’intende un’armonizzazione pianistica (ma non solo) a quattro voci, della melodia di uno standard jazz, che viene armonizzata utilizzando la fondamentale e le note guida; ‘3 e ‘7 dell’accordo (si può utilizzare anche la ‘5 solo sugli accordi diminuiti, semi diminuiti, aumentati).
LEZIONI DI ARRANGIAMENTO - armonizzazione a cinque parti
In quest'articolo si affronta l'armonizzazione a cinque voci (parti reali), immaginando che ad accompagnare la sezione di sax (sezione di sax di una Big Band, o anche di un combo) ci siano un pianoforte, una batteria ed un contrabbasso. Quindi un'armonizzazione di tipo tradizionale, in rootless voicings stretti.
LEZIONI DI ARRANGIAMENTO - vari modi di disporre le voci
Una volta acquisiti i concetti dell'armonizzazione base si potrà imparare a disporre le voci in maniera differente. Un'approfondimento dovuto che offre nuove possibilità di disporre le voci in sezione. Rispetto alla disposizione tradizionale si imparerà restringere ed allargare l'armonizzazione.
LEZIONI DI ARRANGIAMENTO - il trio come formazione autonoma
In questa prima lezione dedicata al trio jazz si parlerà del trio come formazione autonoma. La domanda potrebbe sorgere spontanea: “il trio, non è una formazione autonoma?”. La risposta è sì, ovviamente, se si pensa ad un trio jazz come ad esempio il trio di Bill Evans.
PIANOFORTE
TECNICA PIANISTICA - estensione tra le dita
In questo articolo vi propongo un semplice ma efficace esercizio di tecnica pianistica, utile per allenare e migliorare l’estensione tra le dita delle mani. L’esercizio estensione tra le dita è diviso in tre parti. Il video è esplicativo circa l’esecuzione dell’esercizio in questione.
TEORIA & ARMONIA
LE NOTE MUSICALI - altezza dei suoni, note, figure e pause
Le note musicali universalmente riconosciute sono 7. Esse si scrivono sul pentagramma sotto forma di figure musicali, che ne determinano il valore (durata), ad ognuna delle quali corrisponde una pausa. Esse hanno avuto origine dall’inno che lo storico e poeta Paolo Diacono dedicò a San Giovanni.
PENTAGRAMMA E TAGLI ADDIZIONALI – rigo musicale, introduzione delle note musicali, prolungamenti del pentagramma e lo spezza battuta
Il pentagramma, detto anche rigo musicale, è il rigo che si utilizza per scrivere la musica: innanzi tutto le note musicali (sotto forma di figure musicali) e pause, ma anche tutti segni di espressione, di dinamica musicale e tanto altro. Attraverso lo studio di questa lezione, si imparerà a conoscere il pentagramma (rigo musicale) ed altri elementi basilari della teoria musicale ad esso strettamente connessi.
LE CHIAVI MUSICALI - il setticlavio
Si sa che le note musicali si scrivono sul pentagramma sotto forma di figure. Non tutti sanno però che l'altezza dei suoni, quindi il nome delle note, si determina in base alla chiave; simbolo grafico che si scrive all'inizio di ogni pentagramma. In musica esistono ben sette chiavi che vengono comunemente raggruppate sotto il nome di setticlavio.
SISTEMA DELLA CHIAVE UNICA (endecagramma) - violino e basso, linea del DO centrale
Le chiavi di violino e basso sono consequenziali l'una l'una all'altra, in pratica è come se il DO centrale le unisse, facendo da punto di congiunzione. Questo sistema è basato appunto sull'unione delle due chiavi principali (violino e basso).
IL SUONO - definizione e caratteristiche principali
Il suono, per definizione, è un fenomeno acustico che viene prodotto dalle vibrazioni di un corpo elastico. Per vibrazione s'intende il movimento oscillatorio delle molecole di un corpo che, spostate dal loro posto, vi ritornano appena cessa la causa che le aveva messe in movimento ovvero l'effetto vibratorio generato da: l'emissione del suono.
DIVISIONE e SUDDIVISIONE formule basilari
Nella metrica musicale ogni battuta (misura) viene primariamente divisa in tante parti quanti sono i movimenti in essa contenuti. Ad esempio nel tempo 4/4 si hanno 4 movimenti del valore di 1/4 ciascuno.
FIGURAZIONI IRREGOLARI - LA TERZINA - scrittura ed esecuzione
La terzina per definizione è una figura irregolare per eccesso ovvero tre figure di un dato valore devono stare nello spazio di due figure del medesimo valore; per esempio 3 crome (valore 3/8) devono stare nello spazio di 2/8 (1/4).
PUNTO DI VALORE (singolo, doppio, triplo) scrittura ed esecuzione
Per definizione il punto di valore è un punto che posto a destra di una nota o di una pausa, prolunga il valore della nota (o della pausa) della metà del proprio valore. Il punto di valore è molto usato in musica sin dall'inizio del percorso di studi, sia dal punto di vista teorico che pratico, per cui suggerisco di studiarlo bene!
PUNTO DI VALORE - problematiche frequenti e ulteriori suddivisioni
Il punto di valore, nonostante sia un argomento relativamente semplice, costituisce spesso elemento di difficoltà nella sua esecuzione, sia nella lettura musicale (solfeggio) che nell'esecuzione pratica sullo strumento. La maggiore difficoltà si ha nei tempi in quarti (2/4, 3/4, 4/4 ecc.) poiché in questi tempi è necessario scomporre (suddividere) i valori. Nell'esempio, le tre figurazioni che creano maggiori difficoltà e che sono allo stesso tempo quelle maggiormente utilizzate.
SINCOPE E CONTROTEMPO - figurazioni, scrittura, esecuzione
Per definizione la sincope è uno spostamento di accento. Può trovarsi sia all'interno di una sola misura che esteso su più misure, può essere un singolo spostamento o più spostamenti di accento. Sincope e controtempo sono figurazioni ritmiche molto utilizzate, per tanto si suggerisce uno studio approfondito.
LE ALTERAZIONI - fisse e transitorie (scrittura e applicazione)
Per definizione le alterazioni sono simboli grafici che, come dice la parola stessa, hanno lo scopo di alterare il suono, in maniera fissa o transitoria (temporanea). Innanzi tutto le alterazioni vanno divise in due categorie.
TONO e SEMITONO - definizione e costruzione
Il semitono è la più piccola distanza che passa fra due suoni; considerando il moderno sistema musicale occidentale, basato sul sistema temperato equabile che divide l’ottava musicale in dodici parti uguali. Questa lezione è divisa in due parti, nella prima parte si affronterà la costruzione del semitono: diatonico o cromatico.
GLI INTERVALLI (definizione - costruzione - classificazione - rivolti)
L’intervallo musicale è la distanza sonora che passa tra due suoni (si determina in altezza). Da un punto di vista pratico, l’intervallo musicale può essere armonico (due suoni prodotti simultaneamente) o melodico (due suoni prodotti consecutivamente).
I GRADI DELLA SCALA - nomenclatura e caratteristiche armoniche
La scala musicale è la successione di sette suoni più la ripetizione del primo suono (suono iniziale) all’ottava superiore e si costruisce seguendo regole ben precise. Ogni suono della scala viene definito grado della scala ed ogni grado ha uno specifico nome ed una sua funzione armonica ben precisa. I gradi della scala si scrivono sotto forma di numeri romani.
LA SCALA MUSICALE definizione e costruzione - le scale più utilizzate
In questa lezione viene trattata in maniera specifica ed approfondita la costruzione delle principali scale musicali (maggiori e minori). Le scale che si prenderanno in considerazione non saranno tutte bensì quelle maggiormente in uso, sia in ambito tradizionale che in ambito moderno.
TONALITÀ - concetti fondamentali, circolo delle quinte, costruzione, tonalità omologhe o enarmoniche, analisi tonale
Iniziamo col dire che ogni nota musicale non è mai da sola nel senso che fa parte di un sistema di relazione con altre note, all’interno del quale svolge una funzione precisa. Per tonalità quindi s'intende il complesso dei rapporti armonici che legano una serie di note ed accordi alla nota fondamentale: tonica della tonalità (I grado).
GLI ACCORDI - stato fondamentale e rivolti
Cos’è un accordo? Cos’è un rivolto? Molto spesso si tende ad usare gli accordi ed i suoi rivolti in maniera inconsapevole, senza avere una precisa idea di ciò che si stia realmente facendo, senza sapere come essi si formino e quali siano i meccanismi che regolano la loro costruzione.
ACCORDO PERFETTO - posizione stretta e posizione lata
Lo studio e la comprensione degli accordi perfetti, nelle quattro tipologie (maggiore, minore, diminuito, aumentato), è di fondamentale importanza. Questi accordi, infatti, rappresentano il punto di partenza per lo studio di tutti gli accordi di settima, di nona, di tredicesima ecc.
ACCORDI PERFETTI - gli accordi perfetti costruiti su tutti i gradi della principali scale maggiori e minori
ACCORDI PERFETTI (gli accordi perfetti costruiti su tutti i gradi delle principali scale maggiori e minori). Nelle precedenti lezioni dedicate al mondo degli accordi perfetti (triadi) abbiamo affrontato la costruzione di suddetti accordi sia allo stato fondamentale che con i rivolti, sia in posizione stretta che in posizione lata.
ACCORDI DI SETTIMA nozioni generali - rivolti in posizione stretta e lata
Lo studio e l’apprendimento di questa lezione, divisa in due parti, sottintende un’adeguata conoscenza di: tonalità, intervalli, accordi perfetti, rivolti. Per definizione l’accordo di settima è un accordo perfetto (maggiore, minore, aumentato, diminuito) con l’aggiunta della settima (intervallo di settima dalla nota fondamentale).
ACCORDI DI SETTIMA – gli accordi di settima costruiti su tutti i gradi delle principali scale maggiori e minori
Nelle precedenti lezioni dedicate al mondo degli accordi perfetti (triadi) è stata affrontata la costruzione di suddetti accordi sia allo stato fondamentale che con i rivolti, sia in posizione stretta che in posizione lata. In questa lezione si andranno a costruire tutti gli accordi di settima.
JAZZ
ELEMENTI BASILARI DELL'ARMONIA JAZZ - melodia, la fondamentale (root note), le sigle, le note guida
Intraprendere lo studio del jazz, in questo caso rivolto principalmente al pianoforte, prevede la conoscenza di alcuni elementi che sono fondamentali e basilari; elementi pratici e propedeutici per lo studio e l’approfondimento di argomenti più complessi. In questa lezione vengono trattati quelli che sono i punti di partenza per lo studio di questo affascinante genere musicale.
VOICINGS - concetti generali - 2 & 3 note piano voicings su cadenza II - V - I (voicings con e senza radici)
In questo articolo si inizia lo studio dei voicings. È giusto parlare di inizio poiché ne esistono tanti tipi che differiscono tra loro per numero di note, posizione (stretta o aperta), note dell'armonia che ne fanno parte. Per entrare subito nel concetto di voicing bisogna pensare che nella musica jazz gli accordi sono scritti sotto forma di sigle e vengono costruiti seguendo regole precise.
ANALISI DI UNO STANDARD JAZZ - concetti generali
Quando si intraprende lo studio, ed in particolare l’analisi di uno standard jazz, il problema più grande è la confusione a cui si va incontro. Infatti, lo studente o l’appassionato di turno che cerca informazioni in internet riguardo l’analisi dello standard jazz, spesso si imbatte in spiegazioni che nella migliore delle ipotesi sono confusionarie ed incomplete.
MEMORIZZAZIONE DI UNO STANDARD JAZZ - metodo di studio
Il processo di memorizzazione degli standards jazz è un passaggio cruciale per il jazzista, sopratutto ai fini dell’improvvisazione. Non è certo una cosa facile tenere in memoria centinaia di melodie e successioni di accordi con annesse strutture.
ANATOLE (rhythm changes) - struttura armonica e analisi
Il termine anatole indica una struttura tipica della musica jazz, nota anche col nome di rhythm changes. In realtà essi non sono altro che cambi di accordi sulla struttura armonica del noto standard intitolato I got rhythm di George e Ira Gershwin, molto in voga negli anni trenta, quando il jazz era essenzialmente musica da ballo.
WALKIN' BASS - la melodia infinita
Con il termine Walkin’ bass (in italiano: basso che cammina) si intende, riferendosi principalmente al contrabbasso, ad un modo di accompagnare in uso nella musica jazz ed in particolare nel repertorio swing. È bene chiarire sin da subito che questo tipo di accompagnamento non è “un’esclusiva” del contrabbasso.
LE SCALE MODALI (concetti generali - provenienza - costruzione - caratteristiche)
Le scale modali stanno molto a cuore ai musicisti moderni, in particolare ai musicisti jazz. Ciò nasce dal fatto che esse offrono grandi possibilità improvvisative. Esse infatti rappresentano un ottimo strumento con cui potersi muovere nel marasma di accordi, cadenze e giri armonici su cui ci si muove per la costruzione dei propri assoli.